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Gonfiore addominale, errori alimentari primi responsabili della pancia gonfia

Nella maggioranza dei casi è la dieta scorretta a provocare meteorismo e gonfiori. Correggerla e seguire alcune buone abitudini può migliorare il problema.

Il gonfiore addominale è un disturbo causato in genere da problemi di meteorismo. «Il termine meteorismo – spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss) – è usato per indicare l’eccessiva presenza di gas nel tratto gastrointestinale. Si manifesta con gonfiore addominale, un disturbo molto diffuso nella popolazione di tutte le età. Si tratta di una fastidiosa sensazione di pienezza e tensione, estesa a tutto l’addome o circoscritta a una parte di esso, a volte associata a un aumento visibile della circonferenza addominale». Il gas viene prodotto nel tratto gastrointestinale in modo naturale durante la digestione. Può anche derivare dall’ingestione di aria mentre si mangia e dalla fermentazione di alcuni alimenti da parte dei batteri buoni presenti nella flora batterica intestinale. Se il gas si forma in eccesso e resta intrappolato nell’addome, questo aumenta di volume. Responsabile di gonfiori frequenti è principalmente un’alimentazione scorretta, per cui l’Iss fa notare che «semplici variazioni nella dieta e l’adozione di uno stile di vita corretto, normalmente consentono di tenere i disturbi sotto controllo».

Attenzione a fibre e zuccheri semplici.

Prima di esaminare gli errori dietetici più comuni, occorre precisare che esistono condizioni, non necessariamente legate alla dieta, che provocano gli stessi sintomi tipici del meteorismo o li acuiscono. «Diversi studi – precisa a riguardo l’Iss – dimostrano che anche quantità normali di gas possono provocare fastidio e disturbi addominali nelle persone che presentano una sensibilità al dolore e ai movimenti intestinali superiore alla media. È il caso, ad esempio, di chi soffre di ansia o della sindrome dell’intestino irritabile». Tornando, invece, all’alimentazione, a provocare meteorismo sono spesso eccessi alimentari, fumo o l’uso di gomme da masticare. Esistono poi cibi che contengono gas o ne favoriscono la formazione. Tra questi rientrano gli alimenti che contengono fibre insolubili o alcuni tipi di zuccheri (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili), che non vengono facilmente assorbiti nell’intestino tenue e arrivano quasi inalterati al colon, dove subiscono processi di fermentazione da parte della flora batterica intestinale che li decompone producendo gas. I cibi che più facilmente provocano gonfiore all’addome includono: legumi, varietà di frutta e verdura ricche di fibra, cereali integrali, dolciumi e alimenti con zuccheri semplici. Anche le bevande frizzanti possono aumentare il volume di gas dello stomaco perché addizionate di anidrite carbonica.

Mangiare lentamente e bere di più.

Il gonfiore è spesso provocato anche da alcune abitudini, di cui spesso non siamo consapevoli. Una di queste, molto diffusa, è il consumo dei pasti troppo veloce. Il disturbo può essere favorito anche dall’uso di cannucce per bere e dal parlare mentre si mangia. Anche l’assunzione di integratori di fibre contro la stipsi può contribuire alla produzione di gas intestinale, così come i dolcificanti artificiali contenuti in cibi e bevande dietetiche. Per combattere il problema, è utile tenere un diario alimentare che aiuti a collegare meglio il legame tra un determinato cibo e l’insorgere del gonfiore e ridurre quantità o frequenza di assunzione degli alimenti più ricchi di fibre insolubili, come: fagioli e altri legumi, cipolle, broccoli, cavoli, asparagi, pere, mele, pesche, prugne, farina integrale e segale. Aumentare invece il consumo di acqua, in quanto i liquidi facilitano il transito intestinale e di tisane a base di finocchio e anice a fine pasto, che limitano la fermentazione intestinale e promuovono l’espulsione del gas. Se il problema non migliora, consultare il medico per verificare eventuali problemi di salute.

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Di Farmacia Di Stasio - Camigliano (CE)

Il servizio informativo per i pazienti della Farmacia Di Stasio a Camigliano (CE).