La Sindrome del bambino scosso (Sbs) è una condizione grave che può manifestarsi quando un neonato o un lattante viene scosso con forza. Il gesto è spesso frutto di frustrazione o stress da parte di chi accudisce il piccolo e può provocare danni cerebrali, emorragie retiniche e lesioni al sistema nervoso. L’evento nazionale di sensibilizzazione si è tenuto in Italia il 7 aprile 2025 e ha mirato a diffondere la consapevolezza sulle conseguenze di questi comportamenti, sottolineando la necessità di adottare misure preventive. La Sbs è una vera e propria emergenza medica che richiede intervento immediato, ma la sua natura evitabile la rende un fenomeno su cui è cruciale agire attraverso l’informazione.
Conseguenze dello scuotimento e come prevenirlo
Le conseguenze della Sindrome del bambino scosso sono in alcuni casi irreversibili, si parte da disabilità motorie e cognitive fino, nei casi più gravi, al decesso. Studi clinici hanno evidenziato che i neonati, a causa della debolezza dei muscoli cervicali e delle dimensioni della testa rispetto al corpo, sono particolarmente vulnerabili. Anche pochi secondi di scuotimento violento possono causare traumi severi. La prevenzione si basa sulla capacità di riconoscere le situazioni a rischio, come il pianto prolungato del bambino, e sull’adozione di strategie alternative per gestire lo stress.
Il ruolo dei caregiver e le risorse disponibili
I genitori e coloro che si occupano di neonati devono essere consapevoli delle proprie emozioni e limiti, soprattutto in contesti di stanchezza o pressione psicologica. È essenziale individuare reti di supporto – familiari, professionisti sanitari o servizi territoriali – a cui rivolgersi in caso di difficoltà. Spesso, farmacie, consultori e pediatri mettono a disposizione percorsi educativi per apprendere tecniche di consolazione sicure e metodi per calmare il pianto. È utile ricordare che il consiglio dei farmacisti non intende sostituire il consulto con i medici curanti. In caso di dubbi o sintomi persistenti, è necessario rivolgersi tempestivamente a professionisti sanitari qualificati o agli specialisti di riferimento.