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Spese tracciabili, gli esperti: «Per la detrazione non conta chi ha pagato in famiglia»

Un articolo del Sole 24 Ore ricorda che ai fini della detrazione delle spese effettuate non conta chi ha pagato in famiglia.

«Il pagamento si considera sostenuto dal contribuente al quale è intestato il documento di spesa, indipendentemente dal familiare che materialmente lo esegue». È quanto si legge in un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore, relativo all’obbligo di tracciabilità delle spese.

Secondo quanto evidenziano gli esperti Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta «il fatto che un soggetto paghi o anticipi una spesa per conto altrui – si legge nel testo – attiene ai rapporti interni fra le parti, per cui la detrazione spetta al contribuente a cui è intestata la fattura anche se a pagare materialmente è un terzo. I casi più comuni sono le spese dei figli a carico pagate da un genitore, ma detratte pro quota da entrambi e le spese pagate da un membro della famiglia che “fa la spesa” per tutti».

A fornire i chiarimenti è la stessa Agenzia delle Entrate. Tarabusi e Trombetta precisano che «va comunque verificata la corrispondenza tra la spesa che si vuole detrarre ed il pagamento effettuato da altri. Il contribuente – spiegano gli esperti – che vuole detrarre la spesa produrrà al Caf o al professionista la prova cartacea della transazione/pagamento fatta dal soggetto che ha materialmente pagato: ad esempio la ricevuta bancomat, l’estratto conto, la copia del bollettino postale o del Mav o la copia dei pagamenti PagoPa. In mancanza, il pagamento “tracciabile” può essere documentato con una specifica annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale (scontrino) da parte del soggetto che cede il bene o presta il servizio».

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